TEDDY500STYLE
22/03/2016
Teddy. Obiettivo raddoppiare e manager a casa a 60 anni (Corriere della Sera)
Di Maria Silvia Sacchi – Corriere della Sera (inserto Corriere Economia) – 21 marzo 2016 – pg.16
Il nuovo piano triennale prevede di quasi raddoppiare il fatturato, passando dai circa 550 milioni di euro di oggi a 900 milioni nel 2019. Ma, forse, quello che più da il segno di come lavora Teddy – il gruppo del fast fashion che possiede marchi come Terranova, Rinascimento, Calliope – è la decisione appena presa dal top management: lasciare tutte le deleghe operative a 60 anni. Avendo prima, naturalmente, ‘allevato un proprio sostituto. Rigorosamente dall’interno.
Alessandro Bracci è l’amministratore delegato del gruppo di Rimini ed è marito di Cristiana Tadei, una delle figlie del fondatore di Teddy. Ha 42 anni e, dunque, tempo da qui a quando compirà 60 anni ne manca ancora parecchio. Ma la regola, assicura, vale anche per lui. “Con un accordo come questo – dice – ciascuno di noi sarà ‘costretto’ a cercare e a far crescere un proprio vice”. Finora hanno sottoscritto l’impegno in cinque, amministratore delegato compreso. “Ci metteremo a fare altro. Quando si è operativi sul mercato – dice – vengono almeno 10 idee al giorno che si riescono a realizzare solo in minima parte, costretti come si è a seguire la quotidianità. Ecco, raggiunti i 60 anni ci occuperemo di tutto cioò che non possiamo fare oggi”.
L’operazione ha un duplice scopo: avere sempre una prima linea giovane (ma senza rinunciare all’esperienza maturata) e dare una prospettiva di crescita ai più giovani in azienda. Il Gruppo Teddy impiega circa 2.500 dipendenti, ogni anno ne assume circa 200 nuovi e ha come filosofia la crescita interna. “E’ difficile per noi assumere un manager dall’esterno e quando questo avvenire la consideriamo una sconfitta. Uno dei nostri punti di forza – dice Bracci – è che un neolaureato che viene a lavorare in Teddy vede davanti a sé persone che hanno fatto carriera ed è spinto a fare per poter raggiungere gli stessi obiettivi. Anche per questo – prosegue – abbiamo avuto una crescita costante, ma mai molto spinta e sempre reinvestendo gli utili”.
Lavorare in Teddy, dice Bracci, significa “assorbire una cultura aziendale particolare che ha come base il ‘sogno’ di Vittorio Tadei il fondatore”. Ovvero come è scritto in tutti i documenti del gruppo, “costruire una grande azienda globale che guadagni molto per ingrandirla, creare occupazione e impiegare ogni anno parte degli utili netti per aiutare i più deboli attraverso opere sociali sia in Italia che all’estero”; “costruire un’azienda in cui i giovani e meno giovani attraverso il lavoro riescano a dare un significato, un senso alla propria vita”; un’azienda dove “ogni 5 persone cosiddette normali possa lavorare una persona che ha dei problemi e che le 5 persone cosiddette normali aiutino quelle meno fortunate a vivere una vita normale, poiché è solo attraverso il lavoro che una persona acquisisce la sua dignità”. Infine, “formare una classe dirigente coraggiosa, responsabile, competente, proiettata al futuro, senza paura e che sappia trasmettere a tutti coloro che verranno dopo di loro tutti questi valori”. “Non è semplice – ammette l’amministratore delegato – vi vuole tempo”.
Teddy fa capo alla holding T&M. Vittorio Tadei ha già distribuito, in nuda proprietà, la maggioranza delle azioni alle tre figlie, Emma, che è presidente e direttrice della divisione wholesale, Cristiana, componente del Cda e direttore generale di Calliope, e Maria Luisa, che non ha cariche in azienda. Il gruppo è strutturato attraverso due business unit: wholesale e retail. Alla prima fanno capo i marchi Rinasicmento, Kitana (per taglie dalle 46 alla 52), Miss Miss (Per un pubblico giovane dai 20 ai 35 anni), Anna Prandi. Alla divisione retail, invece, i marchi Terranova e Calliope, ultimo nato tra i brand della famiglia (è del 2005). La holding controlla inoltre la società immobiliare T&M Properties.
L’ultimo bilancio approvato è quello relativo ai conti del 2014 e parla di un fatturato di 552 milioni di euro (+8,6%), un margine operativo lordo di 75,1 milioni (-1,8%) e un utile netto di 19.3 milioni (-28%). Il bilancio del 2015 non è ancora chiuso, ma “abbiamo avuto un incremento leggero di fatturato e una più che raddoppiata redditività”, anticipa Alessandro Bracci. L’anno ha permesso di recuperare ciò che era stato perso nel 2014 con la Russia. “Siamo contenti di non aver lasciato la Russia e l’area ex Urss. La ripresa non c’è ancora, ma il crollo del 2014 si è fermato. Noi ci siamo spesi per sostenere molti nostri franchisee e le relazioni hanno acquistato in qualità. Lavoriamo sempre di più in un ottica di partnership. Mentre prima, per esempio, gli affitti si negoziavano di anno in anno, con la crisi hanno capito che occorre ragionare in un’ottica di più a lungo termine”.
Complessivamente il gruppo Teddy ha realizzato nel 2014 il 44% dei propri ricavi in Italia, il 28% nella Ue e il 28% nei paesi extra Ue. “Mantenere una proporzione tra i diversi mercati è fondamentale, più importante ancora delle dimensioni”, dice l’amministratore delegato.
Il web
Un tema particolare che il gruppo ha dovuto affrontare è stato quello di integrare l’e-commerce con la propria rete di vendita diretta, in particolare per il marchio storico , Terranova, distribuito in conto vendita attraverso la rete di franchising. “Abbiamo impiegato cinque anni per trovare l’accordo giusto, che non pregiudicasse gli investimenti fatti ai franchisee e ci consentisse di spingere anche questo canale di vendita. Da settembre è partito il nuovo contratto omnichannel in base al quale riconosciamo una percentuale di vendita sul fatturato dell’e-commerce realizzato con i loro clienti. Adesso possiamo spingere davvero su questo fronte”.
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