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TEDDY500STYLE

27/02/2024

Diventa ciò che sei

Liberarsi dalle convenzioni sociali, lasciare un segno nella società, trasmettere i propri valori alla collettività: questi sono gli elementi fondamentali che caratterizzano uomini e donne felici. O quantomeno quelli che hanno il coraggio di cercarla la propria felicità, consci che solo attraverso questo percorso di auto consapevolezza si può davvero essere utili agli altri.

Il senso di comunità e la volontà di lasciare una traccia sono gli elementi che accomunano le esperienze dei visionari. Ed è lo stesso spirito che ha guidato la ripartenza dell’Italia repubblicana, di un Paese che si voleva lasciare alle spalle le macerie della guerra. In cui c’era tutto da ricostruire e la ripartenza era all’ordine del giorno, insieme al sognare fuori dagli schemi. Tra questi sognatori c’è Vittorio Tadei, un uomo che ha dato ascolto alla propria voce interiore, al grillo parlante che lo ha spinto a credere nelle sue passioni più nascoste. E così il ragazzo cresciuto negli anni delle privazioni e della guerra ha visto nei negozi di abbigliamento la possibilità per regalare alle persone dei piccoli sogni quotidiani, e li ha trasformati in laboratori della felicità a portata di mano, con la sua moda veramente accessibile a tutti.

 

 

La sua Teddy dimostra che è possibile realizzare il Sogno e portarlo nella quotidianità. Lui che nasce nel cuore degli anni Trenta, in una Rimini distrutta dai bombardamenti, figlio di una voglia di riscatto tipica della sua generazione. Sesto di sette figli, non segue le orme del padre ferroviere, non si dedica alla famiglia come ha fatto sua madre, studia ragioneria ma rimane folgorato dall’umanità camaleontica, esotica e nottambula che anima la costiera all’inizio degli anni Sessanta, meta del turismo internazionale. Il senso lo trova inaspettatamente varcando la soglia del negozio di abbigliamento in viale Dante a Riccione, dove a 24 anni va ad aiutare le sorelle Adele e Berta. Dalle 8 del mattino alle 2 di notte Vittorio inizia a capire che la sua strada è proprio quella: “Ben presto si innamorò. Non di una commessa, né di una turista tedesca. Si innamorò di quel lavoro”.

Questa esperienza professionale e di vita mostra che trovare un senso e perseguirlo nella quotidianità è possibile. Per lui la fonte di ispirazione è stata la storia di grande sofferenza e umanità di suo figlio: “Il sogno della Teddy l’ho scritto io, ma mi è stato ispirato da Luigi, dalla sua sofferenza. Il sogno è quello di costruire una grande azienda globale che guadagni molto per ingrandirla, creare occupazione ed impiegare ogni anno parte degli utili netti per aiutare i più deboli attraverso opere sociali sia in Italia che all'estero. Il sogno è quello di costruire un'azienda in cui i giovani e i meno giovani attraverso il lavoro riescano a dare un significato, un senso alla propria vita”.

Grazie a questo Sogno, ispirato dal suo Gigi, Teddy ha partecipato alla spinta propulsiva dell’Italia del Dopoguerra, la possibilità di una moda a portata di tutti, il bagliore di libertà per i cittadini dell'Est europeo. Vittorio con la sua Teddy ha saputo anticipare i tempi, solcare il cambiamento pur mantenendo la propria identità di azienda nata tra le mura domestiche.

 

 

“Nella mia vita non mi sarei preoccupato di guadagnare ma solamente di essere me stesso, di essere felice. E così è stato. Non ho mai avuto la preoccupazione di fare soldi, ma solo di costruire qualcosa di bello e grande, qualcosa che desse lavoro alle persone e aiutasse chi vive in difficoltà fuori e dentro la Teddy”. Questa è la base del senso cercato e trovato da Tadei, un moderno Pigmalione che ha plasmato un’azienda dall’identità riconoscibile ancora oggi, al tempo stesso familiare e cittadina del mondo.

Il punto di partenza per essere felici è essere sincersi con sé stessi e con i propri desideri. Da qui si genera un circolo virtuoso che arriva a sintonizzarsi con i sogni e desideri altrui, a creare un’armonia che risuona in progetti concreti e collettivi. La stessa armonia che sentiamo risuonare nella rivoluzione pedagogica di Don Milani, che con la sua Barbiana ha dato a tutti la possibilità di guardare il mondo con occhi diversi, per comprendere che il potere dell’educazione e della formazione è immerso in ognuno di noi. Il vero insegnante deve riuscire a individuare il fuoco interiore e a mantenerlo acceso.

Dietro il successo di un’azienda nata più di cinquant’anni fa c’è la fiamma di Tadei, che lo ha sempre alimentato e che lui stesso fa risalire a due momenti della sua infanzia. “Fin da quando ero piccolo – racconta - ci sono due frasi che mi hanno sempre accompagnato […] La prima l’ho letta quando avevo 13 anni, nella mia casa bombardata di via Abruzzo. Un pomeriggio del 1948, camminando tra le macerie, ho trovato un libro aperto dove ho letto: ‘L’uomo è amministratore dei beni di cui dispone e non padrone’. […] La seconda frase l’ho letta sul muro di un convento vicino a Pistoia […] ‘A cosa ti serve conquistare il mondo intero se poi perdi te stesso?’.

Tutti questi aspetti convivono nell’esperienza di Vittorio Tadei. La sua scultura interiore mostra le forme di chi ha avuto la forza di non sentirsi mai solo: “Non siamo soli, perché abbiamo veramente un 'socio di maggioranza' con cui tutto è possibile”.

 

 

Il libro "Il socio di minoranza. L'avventura umana e imprenditoriale di Vittorio Tadei" è disponibile su Amazon .

 

 

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