BUSINESS
26/04/2017
C'era una volta la Russia? No! Come abbiamo superato la crisi del rublo e come continua il nostro sviluppo.
“Il peggior crollo dalla crisi finanziaria del 2014”. “Code nei centri commerciali per spendere gli ultimi rubli”. Cerchiamo di essere sinceri e diretti come in Teddy cerchiamo di essere sempre. Nel dicembre del 2014, come tanti altri, di fronte al rublo che in un anno aveva perso il 50% del suo valore, abbiamo pensato al peggio.
La Russia traballa, per Teddy uno dei mercati più importanti, e non era facile capire quale sarebbe stato il suo destino, il destino dei negozi, il destino degli imprenditori che con l’affiliazione fanno impresa con noi da anni e il destino delle migliaia di clienti Terranova e Calliope.
È quasi Natale, si ritorna dalle ferie per prendere le decisioni giuste di fronte a una crisi senza precedenti ed è in queste situazioni che si vedono se i principi di una cultura aziendale, sono veramente adatti ad affrontare le sfide del mercato.
Cosa fare con i prezzi? Questa era la grande domanda. Cosa privilegiare? Il profitto del momento o fare sacrifici, anche per molti mesi, penalizzando la redditività?
Dall’altra parte due grandi criteri. Il primo è che gli affari si fanno sempre in due, altrimenti non durano a lungo. Il secondo: tratta l’altro come vorresti essere trattato tu. La decisione finale?
Ce la racconta Alessandro Mauro, direttore di Russiatex, master franchising per i marchi Terranova e Calliope in Russia. “Per affrontare al meglio la situazione abbiamo deciso, in accordo con l’azienda e gli affiliati, di contenere i prezzi, non aumentarli. Mentre molti marchi con la crisi hanno alzato i prezzi, noi li abbiamo contenuti, sacrificando il profitto di filiera e di Russiatex in nome della relazione con gli affiliati e con i clienti, aiutandoli a coinvolgere in questo progetto gli stessi centri commerciali, chiedendo magari affitti più bassi, ma facendo capire che questo contenimento dei prezzi sarebbe stato ripagato nel lungo periodo dagli stessi clienti, che hanno capito che i loro marchi preferiti stavano affrontando la crisi insieme a loro. E così è stato”.
I consumatori Terranova e Calliope hanno apprezzato questo e i marchi acquistato ancora più fedeltà dai loro clienti e non solo.. “Proprio così, perché passato il 2015, nel 2016 abbiamo ricominciato ad aprire nuovi negozi, qualcosa di impensabile alla fine del 2014”, racconta Alessandro.
“Otto nuovi negozi nel 2016 – spiega Ina Danu, referente per lo sviluppo nella Federazione Russa – e continueremo con nuove aperture sia nel 2017 che nel 2018”. Ina, insieme ad Alessandro, è stata una dei protagonisti nell’affrontare la crisi del rublo e nello sviluppo dei marchi Terranova e Calliope in Russia: “In Teddy sono arrivata come interprete racconta, cercavo lavoro dopo la mia maternità. Mi ricordo ancora quando mi fu offerto di occuparmi delle trattative con i centri commerciali. Non fu semplice l’esordio, ma poi ho imparato ed oggi mi occupo anche della rete vendita e dello sviluppo di nuovi punti vendita. Non immagino un altro lavoro per me. La mia più grande soddisfazione sono le trattative quotidiane con i nostri partner, a volte difficili e molto dirette, ma sempre con l’obiettivo di trovare un accordo che renda felici entrambi e in tanti ormai in Russia riconoscono e apprezzano lo stile del nostro gruppo”.
Un altro protagonista della sfida della crisi del rublo è stato Giovanni Bellini, della società Tiberius, che assicura l’assistenza commerciale ai negozi in Russia e non solo.
Giovanni è uno di quelli che durante il periodo di Natale del 2014 ha abbandonato la propria famiglia e le proprie ferie a causa della crisi del rublo: “Ho iniziato a collaborare con la Teddy 18 anni fa, era il 1998, ho cominciato a lavorare per il cliente affiliato in Polonia. Oggi mi occupo, con il mio team, proprio del lato commerciale in questo Paese ma anche nei Baltici, Estonia, Lettonia, Svezia, Russia, Kirghizistan, Mongolia e Kazakistan. Ho con me una ventina di collaboratori. Quando li guardo e guardo la passione di questi ragazzi che lavorano passando tante giornate e nottate fuori, mi commuovo. Si vede che i valori della Teddy non rimangono in Italia, ma arrivano all’estero, fino a anche coloro che fanno parte del gruppo”.
Un passo indietro e anche l’inizio dei marchi di Teddy in Russia non è stato facile: “Non è stato facile affermarsi in questi mercati. Abbiamo lavorato molto, conquistando la “fiducia” degli affiliati, creando con loro una grande squadra. Abbiamo trovato grandi partner dimostratisi dei veri professionisti con cui abbiamo intrapreso un cammino di crescita insieme”.
Il primo negozio Terranova è stato aperto nel 2003, quando ancora non esisteva la società Russiatex. Poi in seguito è nata Russiatex, il primo caso di master franchising in Russia legato a marchi italiani, con cui c’è stata una forte accelerazione nello sviluppo di questo mercato.
Ad oggi i negozi in Russia sono 52 (50 in affiliazione e 2 gestiti direttamente da Russiatex), i marchi sono cresciuti e richiesti dai centri commerciali. Inoltre, spiega Mauro, “sempre più affiliati chiedono di aprire nuovi negozi con noi”. Un esempio? Un imprenditore che ha già 6 negozi in tutta la Russia e continua a chiedere l’apertura di nuovi punti vendita.
Tra le aperture più curiose nel 2016 quella a “Blagoveshchenskl, 8 fusi orari interni in Russia, al confine con Giappone e Cina, grazie ad un nostro affiliato storico che ha già 5 negozi. Questo per me è un grande risultato che, speriamo, possa aprire nuove frontiere”.
“L’azienda ha trasformato la mia vita – racconta Giovanni – i miei sogni si sposano con le esigenze del Gruppo, continua ad essere una grande e bellissima avventura. Il mercato cambia velocemente, noi cresciamo e vogliamo essere tra i leader. Abbiamo le capacità e la voglia di farcela”.
“In Russia, come in tanti altri posti, a volte non è facile, ci sono difficoltà, ma ho dei collaboratori fantastici – spiega Alessandro – all’interno di Russiatex lavorano 40 persone: uno staff fatto di russi, bulgari, slovacchi e italiani che hanno condiviso, anche nelle difficoltà, questo grande progetto imprenditoriale, contribuendo al Sogno della Teddy. Quindi devo e dobbiamo a loro tutto questo successo anche qua, vestendo le persone, costruiamo un sogno”.
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