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BELONG To The World

Storie di sostenibilità dal piccolo schermo

Dal mondo delle serie tv, uno sguardo sui valori umani e gli ideali da seguire, protagonisti della nostra cultura aziendale.

21/03/2025
  • SOSTENIBILITÀ
  • SERIE TV

Da quando la serialità ha iniziato ad essere parte integrante delle nostre vite, il piccolo schermo è diventato una sorta di diario di viaggio in cui sono racchiusi tentativi e storie che sono profondamente inseriti nella nostra cultura come nella società. Il rapporto tra l’azienda e la cultura pop si configura quasi come un gioco di specchi, dove entrambe si fanno portatrici di valori umani fondamentali e ideali da abbracciare in grado di incidere concretamente nella quotidianità di ciascuno.

Ecco quindi che titoli come The Good Place, Ted Lasso o Our Planet non sono solo una sintesi perfetta del nostro mondo, ma offrono anche uno sguardo utile alle imprese per innescare un dialogo su temi importanti come la sostenibilità in tutte le sue declinazioni: da quella economica a quella sociale, passando per la tutela dell’ambiente. Questi tre punti sono come le gambe di un tavolo, tolta una, crolla il tavolo e, di conseguenza, non si può più parlare di vera sostenibilità. 

Insomma, l’adesione ad uno sguardo sostenibile passa attraverso l’attenzione costante ad ogni aspetto della vita collettiva che è tipica di un’azienda. La sfida che ci siamo posti nel nostro cammino di sostenibilità è stata quella di non tralasciare mai il dettaglio a fronte del quadro complessivo, il piccolo, l’uno: la persona, in estrema sintesi, è il tassello fondamentale, nonché motore di qualunque pratica che abbia come oggetto la cura e la tutela, la crescita e lo sviluppo.

E a proposito di crescita, non possiamo non interrogarci sul gigantesco tema etico messo in scena da The Good Place, la serie a metà tra il comico e il filosofico che con la sua protagonista Eleanor Shellstrop, in Paradiso per errore, pone domande sul bene e il male. Divertendo e sorprendendo con un gioco di equivoci degno delle migliori opere letterarie, Eleanor ci porta a chiedere cosa vuol dire essere una brava persona, o cosa vuol dire agire compiendo buone azioni. Guardando lo show ci accorgiamo come il nostro tempo stia mettendo in campo una difficoltà maggiore, ponendo l’accento sul senso di comunità e sul vantaggio di affrontare le sfide insieme, oltre ovviamente a spingerci ad interrogarci sulla correttezza o meno delle nostre azioni. Temi come l’egoismo o l’ambizione si inseriscono dunque in un contesto più ampio che porta a considerare “l’altro” come opportunità, come risorsa e non semplicemente come rivale o ostacolo.

Per fortuna ci viene in aiuto Ted Lasso e il suo spirito di squadra, il coach così amato come figura nel mondo statunitense, ci insegna che si vince e si perde insieme, vero, ma soprattutto si cambia, insieme. Si costruisce insieme in un contesto in cui anche la struttura e la suddivisione dei ruoli, inevitabile se l’obiettivo è la valorizzazione di ciascuno, abbraccia realmente le differenze di ciascuno e traccia un percorso in cui l’individualità e il valore intrinseco della persona riescono a ricongiungersi con un ideale di bene, di bellezza collettiva.

Torniamo a Eleanor, la nostra protagonista di The Good Place, simbolo della persona sempre in difesa, egoista e indifferente: lei cambia nel rapporto non solo con un luogo di cui inizia a sentire il fascino e a cui si trova a desiderare di appartenere, ma nel rapporto con le persone e con una realtà che smette di essere un ostacolo e inizia a configurarsi come opportunità. Purché si sia insieme, come le squadre di coach Ted.

Insieme è anche il solo modo per guardare il Pianeta come territorio e non come un mondo distante, di cui prendersi cura. Lo spazio dove la collettività agisce si trasforma in una casa dove persone legate tra loro da valori e ideali vivono ed operano. Our Planet, la serie di documentari che porta lo spettatore a scoprire e ad interrogarsi sulla bellezza del Pianeta, sulle particolarità e le unicità del territorio, è solo un altro modo per dire il nostro “Belong”. Come lo show porta il pubblico a percepire il “nostro” Pianeta e l’ambiente come una casa dell’umanità, uno spazio condiviso che tutti sono chiamati a custodire e curare, noi abbiamo scelto di condividere Belong come il luogo delle storie, la casa del nostro lavoro, il luogo dell’incontro tra desideri e aspirazioni che diventano progetto e impegno.

Il cambiamento della narrazione seriale, che passa da puro intrattenimento a luogo di riflessione, è analogo allo sguardo nuovo che il mondo dell’impresa e il nostro Gruppo hanno assunto su di sé. L’azienda non è più solo il luogo di semplice espressione professionale, ma lo spazio dove la persona scopre se stessa, il suo ruolo di protagonista nel mondo. Cura e attenzione sono in questo senso le parole chiave del nostro impegno, dal piccolo al grande, in un percorso circolare in cui è sempre possibile ripartire, insieme.