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Quelle difficoltà che fanno crescere

Per Marco, ruolo supervisore, l’impatto iniziale con la Teddy non è stato dei più morbidi. Ma proprio gli ostacoli iniziali sono stati un trampolino di lancio per crescere, imparare a reinventarsi continuamente e scoprire doti che pensava di non avere.

03/04/2024
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Ci sono esordi memorabili, a volte baciati da un colpo di estro che incanta, altre volte semplicemente accompagnati da una prestazione più che positiva che mette d’accordo chi è fuori a guardare e distende i nervi chi è dentro e appena entrato. Per Marco Bricchi però i premi mesi in Teddy hanno avuto un ritmo e un sapore diverso. Nel Terranova di Pesaro dove per tanti anni si è svolta la formazione dei neoassunti e dove anche lui ha inizio il suo percorso, i feedback dei primi periodi non erano affatto buoni. “Adele, la responsabile della formazione quando sono arrivato, aveva forti dubbi su di me perché il visual non mi entrava proprio in testa”. Racconta Marco a distanza di anni ritornando con la mente a un momento che rappresenta uno spartiacque. “Mi mise davvero a dura prova e in quel periodo sperimentai una pressione che provai poche volte nella vita. Oggi però so che devo tantissimo ad Adele, da quel preciso momento è iniziata la maturazione del mio carattere”. 

 Un inizio in salita che lentamente si trasforma in una discesa entusiasmante dove però le pendenze ritornano spesso a fargli visita. Dopo la formazione nel negozio di Pesaro, un autentico apprendistato per la vita, Marco comincia a viaggiare in Italia come responsabile visual dei negozi. Sono anni intensi e ricchi di soddisfazioni che lo preparano a raccogliere nuove sfide. Dopo qualche anno infatti il numero di giorni passati fuori da casa e i chilometri aumentano vertiginosamente così come la distanza linguistica e culturale con le persone con cui si interfaccia. Diventare buyer significa attraversare un varco e mettere piede in un altro pezzo di mondo: Pakistan, Bangladesh e Cina. “L’impatto iniziale è stato davvero forte ma poi la passione per il lavoro è stata ancora più forte tanto che sarei voluto rimanere a vivere in Cina, ma mia moglie era incinta del secondo figlio e così abbiamo deciso di tornare”. 

In Italia però quella discesa che era cominciata dopo tanto sacrificio, sembra di nuovo tramutarsi in una difficile salita che mette un po’ di soggezione. “Un giorno ero a fare gasolio a La Spezia e ricevo la chiamata di Endrio Marcelloni, all’epoca direttore commerciale del Gruppo - racconta Marco che in quel periodo aveva ripreso il ruolo di responsabile visual e i viaggi in Nord Italia. “Voleva che tornassi subito in ufficio perché mi doveva parlare con urgenza”. Marco pensa di aver fatto qualche errore e l’ansia lo spinge subito a richiamarlo. “Puoi dirmi cosa ho fatto?” Così Endrio vuota il sacco. “Non l’hai ancora capito, voglio che diventi senior retail manager”. Una richiesta che lo destabilizza. Inizialmente analizzare i dati delle vendite e trasformarli in strategie è un lavoro che lo spaventa e pensa di non poter ricoprire per mancanza di competenze e preparazione. Poi però dopo la confusione e qualche tentennamento iniziale, accetta trovando inaspettatamente un lavoro ostico ma che lo entusiasma.

“Sono entrato a 30 anni che si brindava al 50°esimo negozio. Ora ne ho 54 e i negozi sono più di 800. Mi colpisce il  fatto che in questa azienda si lavori tanto ma si cresce anche in maniera esponenziale. Cresci insieme all’azienda trovando nel lavoro una dignità e una gratificazione profonda. Io poi certe cose non sapevo di averle dentro. Me le ha tirate fuori la TeddyNella mia vita mai avrei pensato di insegnare a dei ragazzi. Ero uno che si accendeva facilmente, ero fumantino, invece con il tempo la Teddy mi ha limato, mi ha fatto capire delle cose”.

Valori che Marco  non tiene per sé ma condivide costantemente con i suoi ragazzi sentendosi come un allenatore che dalla panchina osserva e richiama i suoi giocatori spingendoli a dare il meglio di sé, a trovare il proprio posto in campo e fuori.