Tante le iniziative che coinvolgono i collaboratori Teddy nel sociale creando un impatto positivo e reale nella comunità.
Creare valore oltre il profitto coinvolgendo i dipendenti in iniziative virtuose a favore della comunità. Negli ultimi anni il business dictionary si è arricchito e tra le pagine di giornali economici e riviste specializzate sono spuntate nuove espressioni e sigle: Corporate Citizenship, CSR (Corporate Social Responsibility) o RSI (Responsabilità Sociale d’Impresa), tutte a indicare il senso di responsabilità che un’impresa rivolge verso la società e l’ambiente. Una tendenza che in Teddy non è nuova, ma che la caratterizzò fin dagli inizi grazie all’intuizione e all’esperienza del suo fondatore, Vittorio Tadei, che aveva capito come l’esperienza del dono e il sostegno ai più fragili e bisognosi non fosse un dovere morale ma una convenienza, un gesto che fa bene al cuore e aggiunge significato alla vita delle persone. E questo moto del cuore continua ancora oggi in un modo più sistematico e strutturato come conviene ad una big company.
A spiegarlo è Ida Tucci, responsabile del Programma di Cittadinanza d’Impresa. “Per noi è stato uno strumento per riorganizzare e condividere un patrimonio che già avevamo presente in azienda. Ha consentito di attualizzare in maniera concreta i punti del Sogno scritto da Vittorio Tadei”.
La sfida iniziata nel 2022 come reazione ad una delle tematiche più attuali del momento, la Sostenibilità, è stata non solo l’occasione per definire un piano di impatto ambientale, economico e sociale ma anche il contesto ideale per tracciare nuovi percorsi, utili a coinvolgere ancora di più i collaboratori dell’azienda nel sostegno a realtà sociali. Un passo in più rispetto all’attività della Fondazione Gigi Tadei, realtà nata per custodire e sviluppare la vision di Vittorio e da diversi anni impegnata in progetti educativi e di solidarietà, in Italia e all’estero: tra i più importanti Rainbow, presente in Zambia, Kenia e Tanzania per fornire una risposta all’epidemia dell’AIDS e ai migliaia di bambini orfani che ha generato dagli anni ‘80 in poi.
Negli ultimi anni, il programma di Cittadinanza d’Impresa ha coinvolto centinaia di collaboratori nelle iniziative proposte, con l’obiettivo di costruire una comunità aziendale attenta al bisogno dell’altro, valorizzando l’impegno sociale di ognuno per costruire un mondo migliore, seguendo modalità operative e criteri che hanno come valore fondante il dono.
Le proposte sono state molteplici: la Colletta Aziendale, organizzata in collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare, è quella che negli ultimi anni ha avuto un riscontro sempre più crescente sulla popolazione aziendale. “E’ iniziata prima nelle sedi headquarter di Rimini e Bologna, poi si è estesa a Gatteo, Fano e San Marino. Da due anni coinvolge i negozi diretti, dall’anno scorso gli affiliati. Tutti quelli che vi hanno partecipato ci hanno restituito un’esperienza positiva”. L’esperienza di donarsi, di mettere in campo la propria umanità e competenza al di fuori del perimetro lavorativo, prende strade diverse in linea anche con le sensibilità emergenti come per esempio la pulizia delle spiagge in collaborazione con la Fondazione Cetacea. Fin dall’inizio, inoltre, è stato lanciato il progetto “Teddy Sostiene Chi Ti Sta a Cuore”. Consente ai collaboratori di presentare dei progetti per realtà in cui sono già coinvolti direttamente o indirettamente e ricevere dei finanziamenti fino a 2000 euro. Nel 2023 sono stati finanziati 11 progetti, azioni che hanno permesso al collaboratore non solo un incontro con chi custodisce i valori della solidarietà ma anche di farne esperienza.
O ancora Portofranco, un’associazione di promozione sociale che gestisce un centro di aiuto allo studio per studenti delle scuole medie e superiori, aperto a tutti e gratuito, i cui “insegnanti” sono volontari. Come ha raccontato una collaboratrice di Teddy che ha partecipato come insegnante:
"Sono entrata in Portofranco pensando di aiutare i ragazzi in Inglese, sia per i compiti che per gli esami di Settembre. Durante la mia esperienza però ho capito che non serve tanto l’aiuto nella materia, quanto qualcuno che faccia il tifo per loro. Oltre a studiare, li ho incoraggiati a trovare un metodo di studio, tenere i propri appunti con cura e capire che la scuola può diventare una bellissima esperienza formativa.
I ragazzi con me sono stati splendidi: sono bravi, tranquilli e motivati. Nessuno li obbliga a partecipare al doposcuola, si vede che sono lì per imparare e mi hanno ascoltato con interesse. Con loro si è instaurato un rapporto sereno e naturale.
Ora vado a Portofranco almeno una volta al mese quando riesco ad incastrare gli impegni di lavoro e quelli di mamma, ma mi tengo spesso in contatto con gli altri volontari.
Per me questa è stata un’esperienza molto sentita: i miei genitori sono entrambi insegnanti, e hanno sempre aiutato moltissimi ragazzi con lo studio.
Quando venivano a casa mia, mi dicevano sempre la stessa cosa, “quanto sei fortunata”. Ecco, con la mia esperienza a Portofranco, conosciuta attraverso il progetto di Volontariato d’impresa di Teddy, ho voluto restituire ad altri quello che io ho ricevuto in dono."