OPERE
01/09/2017
Vittorio e il ricordo di Betta (Progetto Rainbow): rendeva possibili cose straordinarie
di Elisabetta Garuti
Vittorio Tadei se ne è andato il 13 luglio di un anno fa dopo una lunga malattia. Imprenditore riminese, fondatore del gruppo Teddy, proprietario dei marchi Terranova, Rinascimento, Calliope e Miss Miss e grande amico di don Oreste Benzi, è stato un tenace sostenitore delle opere della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Uomo di grande fede, era profondamente impegnato a costruire il regno di Dio su questa terra e con le sue capacità e possibilità voleva davvero fare la differenza per i poveri che il Signore gli metteva sulla strada. Quando incontrava qualcuno che la pensava come lui, non guardava che etichetta avesse, o a che associazione appartenesse, ma gli si metteva al fianco rendendo possibili cose straordinarie che portavano una luce di speranza in tante vite spezzate dall’abbandono e dalla sofferenza.
Da più di trent’anni sono testimone diretta del Sogno che Vittorio custodiva da sempre nel cuore: di creare un’azienda capace di creare lavoro e occupazione in modo prestigioso, capace di fare utili e poi distribuirne una buona parte ai più poveri e abbandonati della terra non solo in Italia, ma anche in Kenya, Tanzania, Burundi, Bolivia, Bangladesh, per citarne solo alcuni.
Questa azienda è stata al fianco di tanti progetti nei paesi più poveri non solo sostenendone l’azione, ma anche divulgandone le tematiche, facendoli conoscere all’interno dell’azienda, mandando dei propri dipendenti a visitare i progetti in loco. Con Vittorio Tadei e con la Teddy, c’è sempre stata una condivisione di fondo sul modo di portare l’aiuto a chi ha bisogno: «Dai il pesce, ma dai anche la rete, ed insegna loro a pescare» che significa «dai da mangiare agli affamati, ma cerca di aiutarli a diventare autosufficienti, in modo che non abbiano più bisogno di te e siano finalmente liberi dover chiedere la carità». Io e mio marito Gibo abbiamo anche condiviso con lui l’amicizia di Don Oreste Benzi, che ci è stato guida ed ispirazione verso «… quei cieli nuovi e terre nuove in cui regna la giustizia di Dio…».
Vittorio era capace di grandi gesti nei fatti di tutti i giorni, tante volte nascosti. Un esempio per tutti: succedeva che tornando a casa alla sera vedesse delle ragazze che si prostituivano sulla strada. Allora si fermava e chiedeva: «Quanto guadagneresti questa sera?» e la ragazza rispondeva «100 euro», allora Vittorio diceva: «Te li do io, vai a casa e per questa sera, riposati». In questo piccolo grande gesto c’erano la sintesi del cuore e del pensiero di Vittorio: la ribellione verso le ingiustizie, l’azione contro i poteri forti, la pietà verso l’essere umano.
Citava spesso le parole di San Paolo: «Chi non lavora non mangi!». Ma allo stesso tempo non riteneva il lavoro solo un dovere, ma sapeva che era l’unico mezzo reale per la libertà e il riscatto della vita di tutti.
Vent’anni anni fa, prima che io partissi per lo Zambia, Vittorio mi prese da parte, e mi disse: «Qualsiasi cosa pensate di fare per i bambini orfani dell’AIDS fatelo, che io vi sostengo». E da allora così è stato. E così è anche oggi. Perché Vittorio ha lasciato in eredità alla sua famiglia la responsabilità di continuare questo sogno, ma ancor di più: ha affidato i poveri alla Teddy e a tutte le persone che ci lavorano, perché è attraverso il loro lavoro che tanti piccoli potranno sperare in un futuro migliore. A nome di tutti loro non possiamo che dire: grazie Vittorio!
In Zambia, a Ndola, c’era un albero sotto il quale si teneva il mercato degli schiavi. Per tante persone è stato il luogo della paura, della disperazione e dell’impotenza. Oggi i tempi sono cambiati ma le schiavitù non sono diminuite… anzi! Più di trent’anni fa siamo passati con Vittorio sotto l’albero degli schiavi e abbiamo sentito, nel profondo del cuore, che avevamo scelto di essere liberi.
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