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OPERE

16/11/2016

Aiutare i più deboli. Storie dallo Sri Lanka

Dal Bangladesh passiamo allo Sri Lanka, alla scoperta di quelle realtà che Teddy sostiene da tempo per realizzare, con discrezione e tenacia ,quella parte del suo Sogno che dice “creare una grande azienda che guadagni molto per creare occupazione e destinare una parte degli utili a opere sociali in Italia e all’estero”.

Da Ratnapura due storie che raccontano l’accoglienza e l’aiuto che viene offerto dai missionari della Papa Giovanni XXIII da oltre 10 anni.

 

Dall’abbandono del padre al college. La storia di J.


J. viene accolto in missione quando il padre lo abbandona. Dopo aver perso la madre all’età di 7 anni, per un cancro al seno, viene lasciato dal papà alle porte della missione a Ratnapura, una piccola cittadina situata a 100 km da Colombo, la capitale. “L’uomo voleva risposarsi e sapeva che con un solo figlio piccolo, il fratellino minore di J., avrebbe avuto più opportunità di trovare moglie. Per questo ha abbandonato J. Arrivato in missione si è ambientato subito nella sua nuova casa”, raccontano i volontari della Papa Giovanni XXIII, dal 2005 nello Sri Lanka.

 

 

Gli anni sono passati, J. ora sta bene e frequenta il college. Tutto grazie alla missione, che, con amore e dedizione, ancora oggi aiuta, in questa parte del mondo, tante persone, con sempre lo stesso obiettivo: aiutare i più deboli a trovare un futuro migliore.

“Il Vescovo ci ha chiesto espressamente di aprire una casa di accoglienza per bambini affetti da disabilità, che in quella cultura sono tenuti nascosti perché considerati una vergogna”, racconta Oscar Baffoni, uno di coloro che ha avviato la missione. La Papa Giovanni XXIII lo ha fatto secondo le proprie consuetudini, in particolare adoperandosi in modo che questi bambini potessero interagire anche con altre persone. “Abbiamo accolto anche bambini senza famiglia, anziani abbandonati, mamme in difficoltà ed altre persone emarginate”, conclude Baffoni.

 
Due sono le strutture della missione: la Casa degli uomini Alessandra House, aperta nel 2006, è destinata all’accoglienza di ragazzi e uomini in situazione di difficoltà. La casa delle donne Peppina House, operativa dal 2005, accoglie donne sole con figli a carico o affette da problemi psichiatrici.

Dal doposcuola pomeridiano fino all’assistenza sanitaria

 

 Sono numerosi i progetti che aiutano i bambini, le famiglie, i malati di quella regione dello Sri Lanka: come il progetto del doposcuola pomeridiano per garantire ai bambini e ai ragazzi in difficoltà un sostegno nello studio. Oppure il Progetto alimentare che offre invece un sostegno alimentare a persone che si trovano in situazione di vulnerabilità, in particolare famiglie con bambini piccoli ed anziani soli. C’è inoltre il Progetto sanitario che garantisce un’adeguata assistenza sanitaria a persone disagiate, in particolare ai più piccoli e anziani affetti da malattie croniche o in pericolo di vita.

Grazie, infine, al progetto artigiano, i ragazzi disabili seguiti nella struttura, molti dei quali affetti da problemi psichiatrici, hanno la possibilità di partecipare ad attività manuali, scolastiche e ricreative, trascorrendo così in modo piacevole e costruttivo la propria giornata.

Questo è stato il primo “progetto lavorativo” avviato nel 2006 con l’obiettivo di offrire ai ragazzi la possibilità di riscattarsi socialmente, di mettere a frutto le proprie capacità e di uscire dalla situazione di esclusione sociale che spesso li affliggono.

Come accaduto a P., ventenne affetto da autismo. La mamma lo ha accompagnato in missione 7 anni fa, dopo la morte del nonno che si prendeva cura di lui. Sono i missionari a raccontarci la sua storia: “Da quando è con noi le sue condizioni di salute sono migliorate molto. Gli abbiamo insegnato a camminare ed è diventato la nostra mascotte. Oggi trascorre buona parte del tempo nel giardino della missione, sventolando le foglie cadute o i pezzetti di carta che trova in giro, ed è finalmente sereno”.

 

 

 

 

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