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La forza della partecipazione, quando il pubblico fa grande l'azienda
Ci sono storie d’impresa che lasciano il segno per l’impatto che riescono ad avere sulla cultura e sulle persone: la storia della Michelin è una di quelle. Ma cosa ha da dire a noi del Gruppo Teddy?

Innanzitutto guardare alla storia della Michelin ci ha ricordato che nella vita di un’azienda non c’è mai nulla di scontato e che l’unico vero rischio che si corre, è quello di illudersi di non aver mai bisogno di cambiare. Ma facciamo un passo indietro e proviamo a ripercorrere insieme le tappe che hanno reso l'azienda di pneumatici così affascinante per noi che facciamo moda.
Quando nella prima metà del ‘900 nacque la Guida Michelin, in molti tra coloro che conoscevano l’azienda come una delle più rinomate case di produzione di pneumatici storsero il naso, o meglio, ne furono stupiti oltre ogni misura, perché il collegamento tra la gomma e la buona cucina non sembrò scontato a nessuno. E in effetti non lo era.
Ma non era quello il punto. L’obiettivo dell’azienda era quello di incoraggiare le persone a spostarsi, a percorrere lunghe distanze e la Michelin lo fece seguendo il più grande insegnamento di Antoine de Saint Exupéry (autore, tra gli altri, de Il piccolo principe): «Se vuoi costruire una nave, non devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gente a raccogliere la legna e a preparare gli attrezzi; non distribuire i compiti, non organizzare il lavoro. Ma invece prima risveglia negli uomini la nostalgia del mare lontano e sconfinato. Appena si sarà risvegliata in loro questa sete si metteranno subito al lavoro per costruire la nave».
Così nacque la Guida Michelin, un progetto basato sul desiderio di scoperta, sul piacere della novità, sul gusto e la bellezza. Risvegliati nelle persone, tutti questi piccoli desideri hanno fatto da motore per la curiosità e, di conseguenza, per l'azienda. All’inizio la guida offriva informazioni utili: stazioni di servizio, officine, alberghi. Poi arrivarono i ristoranti, le recensioni, le famose stelle. La guida si trasformò in un fenomeno culturale, tanto da diventare più nota del prodotto di cui era un’emanazione.


L’ingrediente del successo era, ed è ancora oggi, piuttosto semplice: rendere le persone protagoniste della mission e degli obiettivi dell’azienda. Ed è questa la parte della storia che più ci ha incuriositi e che ci interroga ogni giorno.
Michelin aveva capito che costruire un legame autentico e basato sulla fiducia era in grado di muovere le persone, la guida si era trasformata in un dialogo, un modo per dire “vi ascoltiamo, fate parte di noi”.
Noi cerchiamo di rendere questa provocazione un valore non solo nei confronti delle persone che scelgono di indossare i nostri capi, ma a partire dai colleghi con cui condividiamo la vita in ufficio. L’idea che ha reso grande Michelin è anche la chiave che guida il nostro modo di fare impresa: credere nel potere della condivisione, nel valore delle persone e nella forza della comunità. È così che abbiamo imparato a dare valore a momenti di condivisione che vanno dal semplice pranzo, fino al nostro Teddy Happening, passando dal rendere una nostra collega appassionata di atletica protagonista di una delle nostre campagne in tutto il mondo.
Insomma, abbiamo cercato di aggiungere un passo in più di quello fatto da Michelin: rendere l’esperienza dell’accoglienza e della condivisione un vero e proprio impegno che parte dall’interno, dal più piccolo spazio dei nostri uffici, ai nuovi colleghi e a chi invece è con noi fin dal primo giorno.
Questo è il modo in cui vogliamo guardare alla nostra realtà e ai territori in cui operiamo, dialogando con le comunità e costruendo relazioni fondate sull’inclusione e sulla condivisione. È questa la nostra scommessa: rendere la nostra storia una storia condivisa, dove chiunque ci incontri abbia la possibilità di sentirsi parte di qualcosa di più grande.
