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Cercatori di luce: da Valentino a Calvino, la bellezza che ci interroga
Dalla letteratura alle sfilate in passerella, riscopriamo il valore rivoluzionario della bellezza: una luce in grado di resistere nel tempo.

Uno sguardo diverso: è stato questo il cuore della proposta di Alessandro Michele, direttore creativo di Valentino, alla sfilata della fashion week parigina. Con le sue lucciole, un omaggio a Pasolini e alla sua battaglia contro l’omologazione culturale, il visionario designer ha voluto portare nella città di Notre Dame e della Tour Eiffel, un vero e proprio manifesto che pone al centro la ricerca della bellezza come gesto quasi rivoluzionario. Il designer procede ricalcando le orme di poeti e intellettuali che hanno fatto di quella ricerca la ragione stessa della loro opera. L’invito è chiaro: rivolgere lo sguardo alla luce, al bello, a “cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio” per dirlo con le parole di Italo Calvino. Ma mentre l’autore ha inserito questa riflessione nelle sue città invisibili, la proposta, il manifesto della moda contemporanea è andato in scena in passerella, in una delle location più celebri e note al mondo.

Alessandro Michele ha portato a Parigi un invito e anche una provocazione, a riscoprirsi portatori e non solo cercatori di luce, e ad intendere la moda come un potentissimo strumento di comunicazione. Questo è sicuramente uno degli aspetti che più ci ha colpito e incuriosito; anzi, ci riguarda molto da vicino, non solo perché rimanda al nostro purpose aziendale, “Vestire il mondo di bellezza e accoglienza, favorendo la realizzazione personale”, ma anche perché chiama in causa la ragione per cui cerchiamo di vivere l’azienda in un certo modo, cercando di generare senso e valore per le persone che ci scelgono e per il territorio in cui operiamo.
La ricerca della bellezza è una sfida interessante perché obbliga a guardare e interrogare con attenzione ciò che ci circonda. La provocazione della sfilata parigina è quella di recuperare profondità attraverso la bellezza, e quindi anche attraverso la moda, illuminando anche le strade che ci sembrano più complesse o incerte.

Ma come possiamo noi riuscire ad “accendere la luce”? Alessandro Michele lo ha dichiarato in modo semplice e condivisibile, puntando ancora una volta l’attenzione sullo sguardo: sono i nostri occhi che vanno “riaccesi”, perchè abbiamo la possibilità di imparare, avendo come obiettivo la bellezza, a guardare le cose che incontriamo ogni giorno in modo diverso. Negli anni ‘30 del ‘900, in un romanzo cult come Il Grande Gatsby, Fitzgerald ci ricordava che è sempre difficile “guardare con occhi nuovi le cose su cui abbiamo già speso le nostre capacità di abitudine”. Ma è proprio qui che la sfida diventa interessante: è possibile staccarci dall’abitudine e scoprire qualcosa di nuovo?
Per noi la risposta è positiva: lo è perché ci impegniamo ogni giorno, stimolati dalla sfida lanciata dal nostro purpose, a cercare la bellezza, e riscoprire il valore e il significato del nostro lavoro. È questa la direzione che anche noi sentiamo nostra: un’idea di bellezza che mette al centro la persona, la sua storia, il suo desiderio di scoperta. In tutte le sue sfaccettatura e nella sua diversità (o meglio) unicità intrinseca: così come l'intervista a Emma e Cristiana Tadei sulla loro idea di bellezza e la sfilata dei nostri colleghi, nel contesto del Teddy Happening, ci hanno insegnato.


Abbiamo scoperto che un’azienda costruita sulla curiosità e sul desiderio di scoperta, ha fondamenta molto più solide di una costruita sull’abitudine e sul “si è sempre fatto così”. Uno sguardo di questo tipo, ci consente di interrogare quel che accade, sempre tenendo conto che: Le lucciole sono proprio qui tra noi, basta solo saperle guardare.