belong to everyone
Una tradizione che si rinnova: la colletta alimentare in Teddy
«Ogni pezzo ha fatto il quadro: noi siamo stati la cornice, ma senza anche un solo tassello il puzzle non sarebbe stato completo. E noi non avremmo vinto».

È così che Alessandra Rossolini racconta la “vittoria” del team di Bologna nella colletta alimentare aziendale “1000 mani per 2000 sorrisi”, promossa dalla Fondazione Gigi Tadei e sostenuta da Teddy come parte della sua cultura di solidarietà e partecipazione.
Una sfida – perché quest’anno c’era anche una piccola componente competitiva – ma prima di tutto un gesto condiviso, che si inserisce pienamente nel DNA del gruppo Teddy: quello di mettere al centro le persone, “non solo chi riceve, ma anche chi dona, chi partecipa, chi si mette in gioco”. E lo spirito con cui gli oltre 300 colleghi che hanno aderito - tra cui il team vincitore, composto da Alessandra, Matteo Rigacci e altri 50 colleghi “bolognesi”- hanno vissuto questa esperienza è la testimonianza concreta di come valori come comunità, appartenenza, spirito d’iniziativa ed accoglienza non siano solo parole, ma pratiche quotidiane.
L’iniziativa, proposta in contemporanea a tutte le sedi Teddy – da Rimini a Gatteo, da Bologna a San Marino – ha invitato i collaboratori a formare squadre di colleghi, anche tra settori e uffici diversi, con l’obiettivo di raccogliere alimenti non deperibili da destinare a chi ne ha più bisogno. Ogni gruppo ha organizzato la spesa in modo condiviso, ha preparato pacchi alimentari completi (i “menù”), etichettati con contenuto, peso e nome della squadra. Il tutto in un clima partecipato, solidale e anche un po’ competitivo. Il risultato finale parla da sé: 311 colleghi coinvolti; 277 menù assemblati; 1.529 kg di cibo consegnato.
«Non è una nuova iniziativa – racconta Matteo – sono anni che Teddy la propone e noi aderiamo. Però non è affatto scontato che un’azienda ti proponga una cosa del genere. E il fatto che venga proposta ogni anno la rende quasi un appuntamento, una consuetudine che fa parte del nostro modo di vivere il lavoro».
Come detto, l'edizione di quest’anno ha introdotto per la prima volta una componente competitiva, dando un ulteriore stimolo alla partecipazione: ogni team ha dato il massimo, e alla fine è stata la squadra di Bologna ad aggiudicarsi la vittoria, distinguendosi per quantità e qualità dell’impegno. Ma è stato l’intero gruppo Teddy a rispondere con entusiasmo, contribuendo a un risultato corale e condiviso.
I beni raccolti sono stati destinati a diverse realtà sociali locali, tra cui la Capanna di Betlemme (presidio socio-assistenziale che dà una casa alle persone senza fissa dimora) e Casa Santa Chiara (cooperativa che accoglie persone con disabilità), ma anche ad altre strutture attive nei territori dove l’azienda è presente, come il Banco di Solidarietà di Rimini.
«È una gara che si vince facendo del bene – aggiunge Matteo – e la cosa più bella è che l’avversario non c’era. La competizione è stata tra di noi, per dare il massimo».
Un gruppo compatto, un puzzle perfetto
Il team di Bologna si è distinto non solo per la quantità di beni raccolti – «55 persone coinvolte, da 7 settori diversi, e senza nemmeno fare un ‘kind reminder’!» – ma per la capacità di attivare una partecipazione sentita, diffusa e ben organizzata. «È stata determinante l’intuizione di Alessandra – dice Matteo – ha scritto una mail coinvolgente a tutto l’ufficio di Bologna, senza lasciare scampo: ‘Facciamo una squadra unica, l’unione fa la forza’».
Il nome della squadra? “Lo squadrone che tremare il mondo fa”, ispirato al celebre motto del Bologna calcio. Una scelta ironica e motivazionale, che ha subito acceso l’entusiasmo del gruppo.
Il lavoro è proseguito con metodo: «Abbiamo fatto un file condiviso per raccogliere le adesioni, stabilito quanti menù riuscivamo a coprire, ottimizzato la spesa dividendoci tra supermercati per trovare le migliori offerte». Un’operazione logistica, certo, ma anche umana: «Ognuno è stato un pezzo fondamentale del puzzle, e senza anche solo un tassello, non saremmo arrivati dove siamo arrivati».
Oltre la gara: il valore del dono e della relazione
Quello che emerge con forza dal racconto di Alessandra e Matteo è che il vero premio non è stata la vittoria, ma il gusto del dono che si è generato. «Certo, è stato bello vincere – dicono – ma il significato più profondo è stato scoprire, o riscoprire, il valore del donare. Vedere le persone felici della tua presenza, sapere che stai portando qualcosa di utile, sentire che sei lì per scelta, per interesse vero. Quella è la vera ricompensa».
Non è un caso che entrambi parlino con intensità del momento della consegna: «Andare insieme nelle due realtà sociali e stare un po’ con loro, toccare con mano la loro quotidianità, è un’esperienza che arricchisce. Ti fa uscire dalla tua comfort zone. Ti fa capire che anche il semplice esserci, il guardare, lo stare in ascolto, è già tanto. È già dono».
Alessandra, che vive l’esperienza della disabilità anche nella propria vita familiare, aggiunge: «Ogni volta che vado lì, imparo qualcosa. Entro in empatia, a volte mi viene il magone, ma torno sempre arricchita. Per me è come una batteria: mi ricarica».
La premiazione è avvenuta durante il Teddy Happening, l’evento annuale aziendale in cui tutta la nostra comunità si ritrova. «Quando hanno annunciato il nostro nome, non ci credevamo - racconta Alessandra ridendo - poi abbiamo fatto la foto con l’attestato, l’abbiamo condivisa con tutti i colleghi che non erano presenti, e in tanti ci hanno scritto per congratularsi. È stato un bel momento per tutto il team».
Ma già si pensa al futuro: «Abbiamo già idee per l’anno prossimo – dicono – dobbiamo coinvolgere ancora più persone. Qualcuno ci ha detto: ‘La prossima volta vengo anch’io, vi aiuto con la spesa’. Questi piccoli segnali sono fondamentali. Ci fanno capire che abbiamo seminato bene».

Un’iniziativa che parla di Teddy
«Non è solo una raccolta di cibo – spiega Matteo – è una parte della nostra cultura aziendale. Teddy ci propone ogni anno questa iniziativa non per caso, ma perché è coerente con i valori che ci trasmette da sempre».
La colletta alimentare aziendale si inserisce pienamente nel racconto valoriale di “Dress to Belong”: un invito a sentirsi parte di una comunità più ampia, che guarda oltre il proprio ruolo lavorativo. Un invito ad essere protagonisti anche nella sfera del sociale, prendendo iniziativa, coinvolgendo, mettendosi al servizio.
Inoltre, accanto a questa iniziativa interna, ogni anno viene proposto a tutti i colleghi di partecipare anche alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, promossa a livello nazionale, e a una raccolta speciale che coinvolge i negozi Teddy in tutta Italia. Un impegno che si estende quindi ben oltre gli uffici, toccando ogni punto della rete aziendale e trasformando un gesto solidale in una responsabilità collettiva.
In fondo, come dice Alessandra: «Ognuno ha un superpotere. Bisogna solo capire qual è… e poi metterlo in campo».



