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Fermarsi per andare più lontano: un’esperienza di team building a Torino

Quando il lavoro incontra le relazioni: un viaggio a Torino per fermarsi, confrontarsi e riscoprire il valore dell’essere davvero insieme.

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Foto del gruppo di team building

In Teddy il lavoro non è solo una sequenza di attività e obiettivi da raggiungere, ma un’esperienza quotidiana fatta di persone, relazioni e punti di vista che si incontrano. Store Lab, Ufficio Sviluppo e Team Legale collaborano ogni giorno all’apertura dei punti vendita nel mondo, ciascuno con un ruolo preciso e complementare: c’è chi progetta gli spazi e l’identità dei punti vendita, chi guida la crescita e lo sviluppo sul territorio e chi rende possibile ogni passaggio dal punto di vista normativo e contrattuale. Proprio perché il processo è lungo, articolato e richiede un dialogo continuo, nel tempo possono nascere difficoltà e incomprensioni. Da qui l’esigenza di fermarsi e creare uno spazio di confronto reale, andando oltre la routine operativa.

È con questo spirito che nasce il viaggio di team building a Torino, pensato non come una semplice trasferta, ma come un’esperienza condivisa. Per Silvia Celli, designer del team Store Lab, l’inizio del viaggio è stato una sorpresa: «Sapevamo solo che saremmo andati verso Torino. Ci hanno spiegato le tappe strada facendo e questo ha reso il tutto ancora più stimolante». L’aspettativa iniziale era quella di una trasferta simile alle altre, legata all’apertura o alla visita di negozi, ma la realtà si è rivelata diversa: «Pensavamo fosse il classico viaggio di due giorni, invece siamo stati piacevolmente sorpresi».

Il senso più profondo dell’iniziativa emerge dalle parole di Leonardo Cingolani, Country Manager dell’Ufficio Sviluppo, che inserisce il viaggio in un percorso più ampio di crescita interna. «Dare vita a un negozio è un processo lungo e complesso. I nostri uffici collaborano ogni giorno e, in lavori così articolati, è inevitabile che nascano difficoltà». Proprio per questo, spiega, il gruppo ha scelto negli anni di investire in momenti di confronto condiviso: «Formazioni, incontri e iniziative comuni servono a evitare i malumori e a costruire maggiore coesione. Il viaggio di Torino si inserisce esattamente in questa direzione».

Museo Lavazza
Teddy dentro il museo Lavazza

Le tappe del viaggio sono state scelte con cura, ognuna con un significato preciso. La visita al Museo Lavazza ha permesso di entrare in contatto con una realtà importante, nata dalla collaborazione di molti uffici e competenze diverse, i cui valori, vissuti internamente, vengono percepiti dai consumatori. Un luogo che ha colpito anche dal punto di vista estetico, capace di raccontare come la bellezza e la visione condivisa possano sostenere un progetto aziendale e ispirare chi lo attraversa.

Un momento centrale è stato quello vissuto a Torino To Dream, un parco commerciale alle porte della città, dove sono presenti i punti vendita dei tre brand Teddy: Calliope, Terranova e Rinascimento. «Abbiamo visitato i negozi e li abbiamo osservati insieme, davvero per la prima volta», racconta Silvia. È stata l’occasione per vedere il risultato concreto del lavoro di tutti, condividendo criticità, sfide e traguardi raggiunti. Camilla Scarpa del Team Legale descrive l’emozione di quel momento: «Partecipare all’entusiasmo dei miei colleghi non è scontato, ed è stato molto bello».

Il viaggio, poi, è proseguito al centro Dar El Hikma, un luogo che ha l’obiettivo di creare un ambiente accogliente e funzionale per l’integrazione culturale, soprattutto in riferimento alla cultura araba. Lì il gruppo ha ascoltato testimonianze di persone che hanno fatto della collaborazione e della diversità un punto di forza e di unione, offrendo una prospettiva nuova anche sul lavoro quotidiano. Infine, la visita alla Piazza dei Mestieri, una realtà dove i giovani vengono accolti e aiutati a intraprendere la propria strada, a ritrovare la fiducia in sé stessi, magari imparando una nuova professione. «Ci ha colpiti davvero», racconta Camilla. «Con grande attenzione e umanità seguono ragazzi che fanno fatica a trovare un proprio percorso». Qui i team hanno partecipato a un’attività creativa: un corso da bartender. «Abbiamo preso parte a un gioco in cui dovevamo replicare delle ricette. È stato un momento di creatività che ci ha uniti moltissimo». Silvia descrive l’esperienza come intensa e coinvolgente: «È stato nuovo e divertente», sottolineando anche l’importanza degli spazi e di come l’architettura possa sostenere la mission di un’organizzazione.

Piazza dei Mestieri

Al ritorno, ciò che resta è una riflessione condivisa su cosa significhi davvero fare squadra. Per Camilla, la risposta è chiara: «Credo moltissimo nelle relazioni. Facilitano il lavoro e rappresentano un valore incredibile». Portarsi a casa nuove connessioni significa avere strumenti in più anche nella quotidianità. Per Silvia, il valore centrale è stato il dialogo: «È emerso continuamente, sia tra di noi sia nelle realtà che abbiamo incontrato. È qualcosa che porto con me come impegno personale». Leonardo chiude con una consapevolezza comune: «Spesso lavoriamo insieme, ma non sempre viviamo davvero un progetto insieme. Anche i momenti più leggeri hanno contribuito a costruire vicinanza». 

Perché essere squadra, in fondo, significa camminare nella stessa direzione, attraverso la collaborazione tra team, per creare negozi che non siano solo punti vendita, ma luoghi belli e accoglienti, dove ogni dettaglio – dall’allestimento al modo di accogliere una persona – racconta un’intenzione condivisa. Negozi in cui i clienti si sentono accompagnati nel dare forma ai propri desideri. È lì che il lavoro di squadra prende davvero senso: quando le relazioni costruite tra colleghi si riflettono nell’esperienza di chi varca la soglia. E a volte basta un viaggio, vissuto davvero insieme, per ricordarselo.