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04/05/2016

Rendere l'essenziale visibile agli occhi: un capitale intangibile per costruire qualcosa di grande

Lo diciamo spesso. Il segreto della Teddy? E’ che tutti sono coinvolti in un sogno grande, in un progetto grande.

 

 

E come facciamo in Teddy a realizzare questo o meglio a sapere se questo di anno in anno, crescendo sempre di più rimane vero? Siamo andati a chiederlo a Renata Saragoni, direttore amministrativo, tra i primi dipendenti della Teddy, e responsabile del bilancio degli intangibili. Sono giorni impegnativi per coloro che curano il bilancio degli intangibili perchè stanno restituendo ai responsabili dei settori aziendali i risultati dell’ultima rilevazione. Tra una riunione e plichi di fascicoli contenenti i risultati, Renata ci ha raccontato storia e obiettivi di questo strumento.

Dal 2003 per monitorare il senso di appartenenza e le esigenze di ogni collaboratore.

In un mercato come quello del fast fashion sempre più competitivo, in cui bisogna essere pronti a cambiamenti veloci, solamente l’imprenditorialità di ogni persona in azienda permettere di rimanere sul mercato, essere pronti a tutto e continuare a crescere.

Per questo dal 2003 in azienda si redige ogni anno il bilancio del capitale intellettuale, di quello che è essenziale ma a volte invisibile agli occhi. La prima azienda di abbigliamento in Italia a farlo, con obiettivo di costruire un documento che raccolga e monitori  le conoscenze, competenze e relazioni “intangibili” di tutte le persone del Gruppo in modo tale da avere a disposizione uno strumento che consenta di accrescere il patrimonio intellettuale dell’azienda, capendo il tasso di coinvolgimento, il livello di appartenenza e anche le esigenze di tutti i collaboratori fino ai franchisee.

 

Renata Saragoni insieme a Vittorio Tadei

“L’idea è nata da una felice intuizione di Vittorio Tadei, un’idea che ora fa parte proprio della cultura d’impresa della nostra azienda. Ci rende visibili tanti punti di forza ed è un pungolo costante per fare emergere criticità o generatore di nuove idee e progetti”, spiega Renata Saragoni.

Una fonte di idee e progetti per migliorare di anno in anno

Infatti, se dal bilancio, ogni anno emergono esigenze o anche problemi in alcuni settori, insieme ai responsabili si lavora per trovare lo strumento più adatto per migliorare: “Questo bilancio – prosegue Renata Saragoni – si divide in capitale intellettuale, strutturale e relazionale. Per quanto riguarda la parte relazionale, in una edizione sono emerse richieste da parte degli affiliati di essere più coinvolti e informati sulle strategie dell’azienda e allora sono nati gli Open Days attraverso cui li abbiamo portati tutti in azienda per alcune giornate formative”.

“Sempre dalle evidenze emerse negli anni – continua Renata – sono nati progetti di formazione per la rete vendita o come la scuola di impresa TEDDY500 per mantenere viva la cultura aziendale e trasmetterla attraverso i responsabili di persone in tutta l’azienda”.

Un grande senso di appartenenza da custodire e mantenere vivo nel tempo.

Il bilancio nasce da questionari compilati ogni anno dai collaboratori del Gruppo in forma rigorosamente anonima: “Quello di cui andiamo orgogliosi è la grande partecipazione che per alcune aree aziendali arriva sopra l’80% e il dato di appartenenza sempre sopra la media. Questo accresce ancora di più la responsabilità che tutti abbiamo nel costruire l’azienda e farla durare a lungo. Se penso a come abbiamo iniziato, in qualche decina, in un piccolo laboratorio di produzione che era la nostra vita, è proprio l’esempio che con la passione e le competenze delle persone è possibile tutto, per questo vogliamo continuare a fare in modo che la Teddy sia un luogo di lavoro in cui ognuno se lo vuole abbiamo la possibilità di essere imprenditore di se stesso, di costruire qualcosa di grande”.

 

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