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BUSINESS

24/05/2017

[Our view] Il futuro delle vendite tra negozio fisico e on line

La sintesi del report è disponibile sul sito di Cbre, qui proponiamo l’intervista a Pierluigi Marinelli, direttore sviluppo, che alla domanda sulla competizione tra retailer e retailer on line che aprono anche negozi fisici ha risposto: “Io credo che lo faranno sempre di più, compresi i colossi del settore che già hanno intrapreso questa via. Per quanto ci riguarda abbiamo sempre visto la concorrenza come uno stimolo e non come una minaccia, in oltre 50 anni di vita la Teddy ha visto molti brand nascere, qualcuno diventare leader di mercato e molti morire.

Noi siamo ancora qua con il nostro progetto TEDDY 500, la nostra corporate university, che punta ad un orizzonte di vita della nostra azienda di almeno 500 anni, quindi non ci preoccupiamo. Vestendo le persone, costruiamo un Sogno, lo facciamo da oltre 50 anni ed e? quello che continueremo a fare. Ci sarà da divertirsi e, dopo tutto, è un buon modo per rimanere giovani”.

INNOVAZIONE E TECNOLOGIA


Quali innovazioni tecnologiche pensi avranno un impatto determinante nella tua attività e nel mondo del retail in generale?

Pierluigi Marinelli, Teddy: Le innovazioni che avranno un impatto determinante saranno quelle che porteranno veramente un valore al cliente, che gli renderanno più facile e piacevole l’acquisto e l’esperienza in generale con il marchio: velocità di servizio per risparmiare tempo, certezza della qualità del prodotto acquistato, grande possibilità di scelta e feedback dei clienti.

Questi sono alcuni dei temi su cui la tecnologia può fare molto, aiutando il brand a mantenere la promessa che fa al cliente.

SPAZIO: UN MODELLO INTEGRATO TRA HIGH STREET E CENTRI COMMERCIALI


Come pensi che cambiera? il ruolo del centro commerciale nel futuro? E quello dell’High Street?

Pierluigi Marinelli, Teddy: Nei prossimi decenni, dicono le ultime ricerche, assisteremo sempre di più ad un addensamento delle persone nelle principali metropoli, sia in quelle esistenti che in quelle che nasceranno. Queste metropoli saranno il palcoscenico primario del business.

I centri commerciali, a nostro avviso, si divideranno in due categorie: quelli grandi con bacini di utenza molto allargati, nuovi centri di aggregazione e incontro, e quelli di dimensioni minori, più locali, a servizio delle singole comunità che vivono nelle vicinanze. I primi dovranno offrire emozioni, svago, attività ludiche e ricreative; chi ci riuscirà avrà successo e fagociterà tutti gli altri nelle vicinanze.

Quelli di dimensioni minori avranno la possibilità di svilupparsi, e non solamente sopravvivere, se saranno in grado di dare servizi mirati, prodotti di nicchia e un’accessibilità facilitata per chi si recherà lì da casa o dal lavoro. In poche parole dovranno essere capaci di fare quello che i grandi non potranno fare.
Riguardo alle high street, le vedo come dei mega centri commerciali. Anche loro dovranno mutare, non basterà la loro caratteristica storica di luogo esclusivo di incontro, dovranno vedersela sulla capacità di far vivere emozioni ed esperienze.

 Da questo punto di vista, paradossalmente, ci potrebbero essere sinergie tra centri commerciali e high street, in quanto in queste ultime, proprio per le loro caratteristiche peculiari, si potrebbero creare emozioni ed esperienze non riproducibili dentro i centri commerciali. Anzi è auspicabile che si creino queste alleanze, che tali rapporti siano favoriti e non combattuti. Questo naturalmente vale per tutti quei paesi dove ci sono città con centri storici.Terranova, Rinascimento e Calliope sono apprezzati sia nei centri commerciali che nei centri storici, quindi per noi non c’è differenza se alla fine il conto economico porta profitto.

Sicuramente riconosciamo l’importanza dei centri città delle grandi metropoli anche come elemento di comunicazione del brand da una parte, dall’altra al centro commerciale quello di essere diventato uno dei luoghi principali di incontro tra il brand e il cliente.

Cosa cambierà tra 10 anni? Bisognerebbe essere dei maghi per fare previsioni giuste, ma se dobbiamo ipotizzare uno scenario possiamo dire che la tendenza descritta sopra si potrebbe rafforzare sempre di più, anche se non è da escludere un cambiamento del comportamento dei clienti verso un ritorno a un certo modo di fare shopping, un po’ come il ritorno ai dischi in vinile nel mondo della musica.

L’altro dato di cui tenere conto sono sicuramente le nuove generazioni, il loro uso della tecnologia. Si abitueranno sempre più a nuovi standard di mercato, mossi da esigenze che probabilmente saranno molto differenti dalle nostre. Occorre stare con gli occhi aperti pronti a cambiare direzione al minimo indizio e coscienti che nessuno ha la verità in tasca.

E-commerce: quanto pesa sul vostro business? Pensi che questo, nei prossimi dieci anni, avra? un impatto sulla scelta di dove localizzare il tuo negozio?

Pierluigi Marinelli, Teddy: Quanto incassiamo on line? Un po’ più di quello che pensi ed un po’ meno di quello che vorremmo. Scherzo naturalmente, quello che voglio sottolineare è che per Terranova, Rinascimento e Calliope è importante, non tanto quanto vendono online, ma soddisfare il cliente con il massimo dell’esperienza. La vendita online è un’esperienza e anche un servizio per il retail fisico in ottica omnicanale. Infatti tanto della nostra attivita? di comunicazione digitale ha come obiettivo quello di informare il cliente su quello che può trovare in negozio.

Non esiste più un mondo fisico e un mondo digitale per il cliente nella relazione con il marchio. Basta guardare la realtà e i comportamenti dei consumatori. Quindi no, non penso che questo avrà un impatto sul futuro delle nostre strategie localizzative; lo sviluppo per i prossimi 10 anni seguirà logiche di opportunità e di ottimizzazione delle strutture.

IL FUTURO DELLA SHOPPING EXPERIENCE


Come dovrebbe cambiare la shopping experience per il consumatore nel futuro rispetto ad oggi? E come dovrebbero essere gli spazi per realizzare questa esperienza?

Pierluigi Marinelli, Teddy: I negozi dovranno essere grandi per poter essere chiari nell’esposizione del prodotto e offrire esperienze memorabili. L’esperienza sarà legata non solo al servizio, ma anche a quello che un brand sarà capace di trasmettere; i suoi valori faranno la differenza.

Ovviamente la maggior parte della superficie dovrà essere dedicata alla vendita del prodotto, al core business, ma anche qui si inseriranno delle logiche che potranno mutare, seguendo le esigenze del cliente e la sua voglia di sperimentare e di scoprire. Sarà un’avventura emozionante per le future generazioni di imprenditori.

C’è qualche opportunità per i retailer online di aprire un negozio fisico? Temete la competizione?

Pierluigi Marinelli, Teddy: Io credo che lo faranno sempre di più, compresi i colossi del settore che già hanno intrapreso questa via. Per quanto ci riguarda abbiamo sempre visto la concorrenza come uno stimolo e non come una minaccia, in oltre 50 anni di vita la Teddy ha visto molti brand nascere, qualcuno diventare leader di mercato e molti morire.

Noi siamo ancora qua con il nostro progetto TEDDY 500, la nostra corporate university, che punta ad un orizzonte di vita della nostra azienda di almeno 500 anni, quindi non ci preoccupiamo. Vestendo le persone, costruiamo un Sogno, lo facciamo da oltre 50 anni ed è quello che continueremo a fare. Ci sarà da divertirsi e, dopo tutto, è un buon modo per rimanere giovani.

 

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